Come la segnaletica tra le corsie dei supermercati, anche i filtri sui siti di e-commerce (o navigazione a faccette) permettono di affinare la ricerca e di navigare con facilità tra i listing di prodotto, rendendo più efficiente e personalizzata l'esperienza complessiva degli utenti.

Su un e-commerce di calzature multimarca e multiprodotto, per esempio, i filtri permettono di scegliere gli stivali giusti selezionando brand, colore, modello e prezzo desiderati senza dover per forza scorrere tutto il catalogo. Inoltre, se i filtri sono indicizzati e ogni elemento della pagina è stato ottimizzato correttamente, possono migliorare i posizionamenti e la visibilità del sito nei motori di ricerca quando gli utenti effettuano ricerche specifiche. È importante però selezionare i filtri più interessanti per ogni categoria di prodotto e creare pagine dal contenuto unico e di valore. 

Eppure, secondo una  ricerca condotta dal Baymard Institute, solo il 43% dei siti web offre tutti i principali tipi di filtri garantendo una migliore esperienza di navigazione per l’utente. Per molti merchant e store manager, infatti, la gestione dei filtri rappresenta una vera e propria sfida in termini tecnici e richiede un dispendio di tempo non indifferente per mappare e aggiornare adeguatamente il database con le caratteristiche intrinseche per le quali i prodotti si differenziano. Inoltre, una scorretta gestione della navigazione a faccette può danneggiare il sito da un punto di vista SEO. Vediamo di seguito quali sono i problemi più comuni e come evitarli. 

Contenuti duplicati e cattiva gestione dei filtri

Quando si utilizzano i filtri, a volte si creano nuove URL per ogni combinazione di filtri applicati, ma spesso queste pagine sono simili tra loro e possono essere interpretate come contenuti duplicati. Nelle pagine dei filtri, infatti, il più delle volte cambiano i prodotti o gli annunci mostrati, ma il testo e gli altri elementi della pagina rimangono identici. Ad esempio, in uno store di scarpe, potrebbe esserci una pagina per "sandali" e diverse altre pagine per "sandali rossi", “sandali col tacco", “sandali gialli”, "sandali rossi col tacco" che hanno listing diversi, ma stessi metadati e blocchi  testuali.

Questa sovrapproduzione di URL con contenuti simili può avere un impatto negativo su vari aspetti.

  • Può confondere i motori di ricerca: questi, infatti, potrebbero decidere di indicizzare una versione secondaria e meno impattante per una data query di ricerca, portando, così, a una scarsa performance nelle SERP.
  • Può diluire il valore SEO: invece di avere un forte segnale SEO (dato da link esterni in entrata, autorità della pagina, rilevanza del contenuto) concentrato su una singola pagina, viene frammentato su molte pagine simili che non aggiungono valore agli utenti, impattando negativamente sulla visibilità del sito.
  • Può portare a una cannibalizzazione delle parole chiave: nei motori di ricerca le pagine create dai filtri, essendo molto simili, finiscono per competere tra loro per le stesse parole chiave, riducendo l'efficacia complessiva della strategia SEO.
  • Può causare uno spreco di Crawl Budget: Google ha risorse limitate per scansionare le pagine di un sito. Un uso eccessivo della navigazione a faccette può consumare il crawl budget, specialmente in siti con molte pagine come gli e-commerce d’abbigliamento multimarca e multiprodotto.
  • Può avere un impatto negativo sull'esperienza utente: un uso improprio dei filtri, come l'applicazione di troppi filtri o la selezione di filtri che restituiscono zero risultati, può frustrare l'utente, portando a un abbandono del sito e influenzando negativamente le conversioni.

Strategia SEO per l’indicizzazione dei filtri

Per evitare questi problemi, è importante implementare una strategia SEO adeguata, che preveda:

  • l'uso di tag canonical per indicare ai motori di ricerca quale sia la versione preferita di una pagina;
  • la creazione di contenuti unici per ciascuna pagina, andando a selezionare i filtri da indicizzare, e a personalizzare i vari elementi della pagina (URL, meta title, meta description, blocco testuale in pagina);
  • l'ottimizzazione dell'architettura del sito per evitare la creazione di URL eccessivi e simili;
  • il controllo dell'indicizzazione attraverso l’utilizzo del meta tag noindex o del file robots.txt: in modo da inserire specifiche regole per impedire ai motori di ricerca di indicizzare varianti di pagina che non offrono un valore aggiunto per le query di ricerca degli utenti;
  • la prioritizzazione delle pagine da scansionare attraverso la sitemap che permette di comunicare ai motori di ricerca quali pagine sono più importanti e dovrebbero essere scansionate per prime;
  • un numero di filtri limitato: offrendo un numero ragionevole di filtri per evitare che gli utenti si sentano sopraffatti e per ridurre il rischio di pagine con zero risultati.

Configurazione tecnica dei filtri

In termini tecnici, per gestire al meglio i filtri in ottica SEO, è opportuno implementare un’opzione per:

  1. Rendere indicizzabili i singoli filtri nelle singole categorie;
  2. Personalizzare i vari elementi delle pagine filtro (tra cui URL, meta title e meta description), al fine di ottenere dei migliori posizionamenti in SERP. 

In questo modo, chi si occupa della SEO può sia decidere quali filtri indicizzare, tenendo conto delle specifiche ricerche degli utenti, sia lavorare sul contenuto dei metadati e delle pagine.

Per i siti su Magento, per esempio, è possibile sviluppare un plugin in modo da avere un’area - che potremmo chiamare Category Filter - in cui impostare singolarmente i dati e abilitare la funzione per indicizzare i filtri. In quest’area, chi lavora sui filtri deve poter:

  1. Selezionare l’attributo caratteristica: una specifica proprietà di un prodotto o contenuto del sito web che si intende utilizzare per filtrare e ordinare i risultati.
  2. Selezionare lo store view in cui intende lavorare

A questo punto selezioniamo il valore specifico per il quale vogliamo posizionarci in SERP. Per esempio per un sito di calzature per l’attributo colore, potremmo voler indicizzare il valore rosso, quindi andremo a selezionare Attribute Value: rosso.

Attraverso la voce Category Name, invece, possiamo specificare per quale categoria di prodotto intendiamo indicizzare l’attributo selezionato. Per esempio se vogliamo comparire in SERP per la ricerca specifica “Sandali rossi” dobbiamo indicizzare il colore rosso per la categoria sandali, quindi avremo Category Name: sandali.

Filtri SEO-friendly e parametri da ottimizzare

La creazione di filtri SEO-friendly può facilitare i clienti nella ricerca e selezione dei prodotti. Durante la configurazione dei filtri, possono essere impostati una serie di parametri per influenzare il modo in cui le pagine dei risultati dei filtri vengono visualizzate e valutate dai motori di ricerca.

Nello specifico, Magento, ad esempio, offre la possibilità di riscrivere gli URL delle pagine dei risultati dei filtri in modo personalizzato, così da includere parole chiave pertinenti e facili da comprendere per gli utenti. Inoltre, il CMS permette di intervenire su:

  • Meta Title: in modo da usare un titolo conciso e descrittivo che rifletta il contenuto della pagina dei risultati dei filtri. 
  • Meta Description: così da fornire una descrizione chiara che incoraggi gli utenti a fare clic sul link nei risultati di ricerca.
  • Meta Keywords: insieme di parole chiave o frasi chiave associate alla pagina. Ad oggi i meta tag keyword non sono più un fattore critico per il successo SEO su motori di ricerca come Google, ma aiutano i gestori di siti web a organizzare e categorizzare il loro contenuto internamente. Inoltre, un uso corretto e non eccessivo delle keyword può contribuire a una migliore comprensione del contenuto della pagina da parte dei motori di ricerca.
  • SEO Name: utile per indicare una chiave principale per l'URL della pagina dei risultati dei filtri in modo che sia comprensibile e pertinente. 

Description: in modo da fornire una descrizione testuale che può essere visualizzata direttamente nella pagina dei risultati dei filtri presentando ulteriori dettagli sul filtro o sui suoi risultati.

Selezione filtri da indicizzare e monitoraggio

Le pagine dei filtri possono essere estremamente utili per target di nicchia o per segmenti specifici di utenti, portando a un maggiore coinvolgimento sul sito, tempi di permanenza più lunghi e, in ultima analisi, a una migliore performance SEO. 

Attraverso A/B Testing con diversi layout o tipi di filtri è possibile vedere quali varianti funzionano meglio in termini di usabilità e conversioni, inoltre permette di confrontare il rendimento dei filtri nel tempo e rispetto a cambiamenti specifici.

Strumenti di analisi, come Google Search Console e Google Analytics, consentono di selezionare i filtri da indicizzare e regolare la propria strategia in base ai dati raccolti. Alcuni aspetti importanti da considerare sono:

  • Comportamento degli Utenti: con Google Analytics è possibile monitorare come gli utenti interagiscono con i filtri, quali vengono utilizzati più frequentemente, quanto tempo gli utenti trascorrono filtrando i risultati e se l'uso dei filtri porta a conversioni (acquisti, iscrizioni, ecc.).
  • Tasso di Conversione: se l'introduzione o la modifica di un filtro aumenta il numero di conversioni, probabilmente sta migliorando l'esperienza dell'utente. Al contrario, se si registra una diminuzione delle conversioni, potrebbe essere necessario apportare delle modifiche.
  • Tasso di Rimbalzo e Tempo di permanenza: un tempo di permanenza più lungo e un tasso di rimbalzo più basso possono indicare che gli utenti trovano i filtri utili.
  • Pagine che restituiscono zero risultati: se i filtri portano frequentemente a pagine senza risultati, potrebbe essere necessario aggiustare le opzioni di filtraggio o migliorare l'inventario o i contenuti.
  • Performance nei motori di ricerca: osservando la SERP e i dati nella Search Console è possibile tenere traccia di come i filtri influenzano la SEO e per quali query le pagine si stanno posizionando. In questo modo è possibile evitare problemi come contenuti duplicati e cannibalizzazione delle chiavi.

Monitorare questi aspetti è fondamentale per  avere una visione completa del rendimento dei filtri e permette di fare aggiustamenti mirati per migliorare sia l'esperienza dell'utente che la performance complessiva del sito.