I Pooh cantavano: “Chi fermerà la musica…” e nel 2023 abbiamo la risposta: la SIAE. In queste ultime settimane abbiamo assistito a reel e storie divenute mute, anche se non sempre. Questo è avvenuto per il mancato accordo di licenza tra Meta e la Siae.

Il perché alcune storie hanno la musica e altre no è molto semplice: è molto complesso distinguere la musica con “marchio” SIAE e quella senza.

Meta ha fatto sapere che questa situazione si è creata solo in Italia: le licenze musicali sono scadute il giorno 1 gennaio 2023 e non sono state rinnovate alla base della nuova Direttiva europea sul copyright. Infatti da giovedì 16 marzo 2023 i contenuti con audio protetto sono stati silenziati o rimossi.

Sul tira e molla Meta – SIAE si è espresso anche Johnny Phelan, direttore generale di ICMP (Internet Control Message Protocol) in modo molto diretto:

“Meta sta usando tattiche di forza non sorprendenti: chiede un compenso “prendere o lasciare” e, se non è soddisfatta, rimuove la musica per cercare di svalutare l’accordo. Queste tattiche non sono nuove. Sono state sperimentate in Francia, Australia, Danimarca, Canada e ora in Italia. Hanno fallito in questi altri Paesi e non potranno avere successo in Italia. Meta deve obbedire alla legge e prendere una licenza completa ed equa per la musica che vuole usare e da cui vuole trarre profitto. Se non lo fa, viola la legge italiana e quella dell’Unione Europea, in particolare l’articolo 17 della direttiva europea sul copyright.”

Logicamente a farne le spese sono stati i content creator - influencer, blogger e personaggi e anche aziende - che con i loro profili Instagram e Facebook lavorano a suon di reel e storie. Se per i nuovi contenuti i volti noti del web si stanno organizzando, il problema principale riguarda soprattutto i vecchi post e video, perché il blocco di Meta sulle canzoni Siae è stato anche retroattivo.

Qualcosa si salva però. Infatti, in Italia la Siae è la società più conosciuta e grande che si occupa di registrare i marchi delle canzoni, ma non è l’unica. Dal 2011 esiste anche la Soundreef, l’altro grande colosso che gestisce numerosi artisti. La società indipendente è stata fondata a Londra nel 2011 dal CEO Davide d’Atri e Francesco Danieli e ha interrotto il monopolio della Siae.

Soundreef ad oggi conta oltre 40mila autori nel suo repertorio, di cui 26mila (più della metà) sono italiani. Autori i cui brani resteranno sui social anche dopo la “pulizia” di Meta, con cui Soundreef non ha avuto alcun problema e lo ha fatto sapere anche attraverso un post.

Instagram sta lavorando per trovare una soluzione a questo problema. L'azienda sta esplorando la possibilità di fornire agli utenti una libreria di brani royalty-free, che consentirà loro di utilizzare la musica in modo legale senza pagare alcun costo aggiuntivo.

Inoltre, Instagram ha anche annunciato che sta lavorando con la SIAE per trovare una soluzione a lungo termine che soddisfi gli interessi di tutti gli stakeholder coinvolti. L'obiettivo è quello di creare un ambiente equo e sostenibile per gli autori, i compositori, gli editori musicali e gli utenti di Instagram.

Voi come state aggirando il problema?